Valdadra, 2003
scultura in terra cruda e specchio
"Gli antichi costruirono Valdadra sulle rive di un
lago con case tutte verande una sopra l'altra
e vie alte che affacciano sull'acqua i parapetti a
balaustra. Così il viaggiatore vede arrivando
due città: una dritta sopra il lago e una riflessa
capovolta. Non esiste o avviene cosa
nell'una Valdadra che l'altra Valdadra non ripeta,
perchè la città fu costruita in modo
che ogni suo punto fosse riflesso dal suo
specchio, e la Valdadra giù nell'acqua contiene non
solo tutte le scalanature e gli sbalzi delle
facciate che s'elevano sopra il lago ma anche l'interno
delle stanze con i soffitti e i pavimenti, la
prospettiva dei corridoi, gli specchi degli armadi.
Gli abitanti di Valdadra sanno che tutti i loro
atti sono insieme quell'atto e la sua immagine
speculare, cui appartiene a speciale dignità delle
immagini, e questa loro coscienza vieta
di abbandonarsi per un solo istante al caso a
all'oblio. Anche quando gli amanti dànno volta
ai corpi nudi pelle contro pelle cercando come
mettersi per prendere l'uno dall'altro più piacere,
anche quando gli assassini spingono il coltello
nelle vene nere del collo e più sangue grumoso
trabocca più affondano la lama che scivola tra i
tendini, non è tanto il loro accoppiarsi o trucidarsi
che importa quanto l'accoppiarsi o trucidarsi
delle loro immagini limpide e fredde nello specchio.
Lo specchio ora accresce il valore alle cose, ora
lo nega. Non tutto quel che sembra valere sopra
lo specchio resiste se specchiato. Le due città
gemelle non sono uguali, perchè nulla di ciò che
esiste o avviene a Valdadra è simmetrico: a ogni
viso e gesto rispondono dallo specchio un viso
o gesto inverso punto per punto. Le due Valdadre
vivono l'una per l'altra, guardandosi
negli occhi di continuo, ma non si amano".
Le
città e gli occhi
( da Le
città invisibili,
Italo Calvino)